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Siddi (SU) - Sardegna
Situato nel cuore della Marmilla, Siddi è un borgo rurale che sorge su un’ampia zona di morbide colline e ampi tratti pianeggianti, circondato e protetto da un altopiano basaltico formatasi circa 2,5 milioni di anni fa (Pranu de Siddi).

 


L’altopiano o giara di Siddi è coperto da una folta, colorata e profumata macchia mediterranea. Diversi gli endemismi presenti (orchidee selvatiche, ginestra di Moris, poligono scopario ecc.) insieme a boschi di lecci e roverelle, che si arrampicano sui suoi orli a strapiombo.

 

È anche abitato da numerose specie di uccelli (gheppio, poiana, pernice sarda ecc.), di mammiferi (volpe, riccio, lepre sarda ecc.) e di rettili (fienarola, gongilo sardo, biacco ecc.).

 


Sul pianoro, da dove si domina la vasta piana sottostante con visioni panoramiche mozzafiato, si conservano numerose tracce delle popolazioni preistoriche che per lungo tempo hanno frequentato questi luoghi.

 


Fra queste spiccano la maestosa tomba di giganti Sa Domu de s’Orcu, uno fra i più straordinari esempi di architettura funeraria nuragica della Sardegna per monumentalità e stato di conservazione.

 


Altro sito di grande interesse è Sa Fogaia, particolare e complesso nuraghe a corridoio posto all’interno di un Parco Naturalistico Archeologico dotato di vari servizi.
Il paesaggio rurale di Siddi si sviluppa attraversa morbide colline e ambienti pianeggianti, fra campi coltivati, distese di grano, storici mandorleti, ordinati vigneti, ricchi orti, giovani oliveti e maestosi olivi secolari.

 


Questi ultimi, grandi e possenti come antiche sentinelle, spiccano per numero, forma e colore. Li troviamo allineati in gruppetti o solitari in mezzo a fondi lavorati, oppure ordinati ai lati di strette e remote carrettiere, a segnarne la direzione.

 


Luoghi, questi, che riannodano il legame tra la bellezza della natura e la creatività dell’uomo, che producono benessere per il corpo, e per lo spirito.

 


Il paese conserva un grazioso centro storico. Piano piano, percorrendo i suoi deliziosi vicoli, spesso silenziosi e profumati, è possibile scoprire tutti i suoi segreti: strette vie o più ampie lastricate in pietra di basalto, scorci all’improvviso, piazze e piazzette, tipiche abitazioni, di grandi dimensioni o ridotte, realizzate con pietre locali e ladiri (mattoni di terra cruda e paglia), portali decorati in legno, chiusure ornate in ferro, antichi nomi delle vie, fontane, fiori, opere d’arte...e varie altre piacevolezze.
Sulla piazza centrale si affaccia la settecentesca chiesa parrocchiale intitolata alla Visitazione di Maria Vergine, col suo alto campanile di fine ’600.

 


Al suo interno si trovano diverse opere di pregio. Fra queste spicca, nell’altare maggiore, una preziosa statua lignea della Madonna col Bambino decorata in estofado de oro. Realizzata all’inizio del XVII secolo e attribuita all’artista napoletano Aniello Stellato con decoro di Giuseppe De Rosa, si tratta di una delle opere più notevoli tra quelle importate da Napoli in Sardegna.

 


Di fronte è l’edificio che ha ospitato l’ospedale Managu, raro ed importante esempio di struttura ospedaliera funzionante nella Sardegna rurale della seconda metà dell’800. Di grande importanza nella storia dell’abitato, oggi una sua parte ospita il Museo Ornitologico della Sardegna, cioè l’unico museo di questo genere nell’isola e la più completa collezione museale di volatili attualmente presente in Sardegna.

 


A poca distanza si trovano alcune case tradizionali a corte, costruzioni originali e preziose. Fra queste la Casa Steri, seicentesca dimora ora sede dell’affascinante Museo delle Tradizioni Agroalimentari della Sardegna. Al suo interno, in un percorso fra spazi chiusi e aperti, oggetti e descrizioni di funzioni e contesti d’uso, si raccontano le antiche tecniche di produzione agropastorale del territorio della Marmilla e della Sardegna del passato.

 


La vicina Casa Puddu, elegante palazzotto signorile in stile Neoclassico dei primi anni del Novecento, unico esempio del genere in paese, è oggi la sede di un ristorante.
Più in là è invece la deliziosa chiesa romanica di San Michele Arcangelo. Costruita nella seconda metà del secolo XIII, risulta una fra le più piccole chiese a due navate dell’isola. Di notevole interesse è il ciclo scultoreo con “capovolto” visibile nell’architrave del portale sinistro. Rappresenta un unicum nel panorama scultoreo medioevale sardo.
In paese si trovano anche abili artigiani e gustose produzioni locali, dalla pasta al pane, dal miele ai dolci, dal vino all’olio, dal formaggio ai prodotti dell’orto, dai ricami alle launeddas.
Si organizzano feste tradizionali, manifestazioni ed eventi culturali. Fra tutti Appetitosamente, Festival Regionale del Buon Cibo.
A Siddi il silenzio e la quiete sono ritempranti, mentre la cordialità è quella tipica degli ambienti rurali, fatta di piccoli gesti e di un grande senso dell’ospitalità.