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Sonnino (LT) - Lazio
 

Il primo documento che attesta l'esistenza di Sonnino è una bolla pontificia dell'anno 999.


In quei tempi il borgo era già abitato ed è difficile non collegare la sua fondazione al processo di incastellamento in corso nello Stato della Chiesa. Tale processo comportò la creazione di una lunga serie di abitati fortificati in altura che erano nello stesso tempo rifugi per la popolazione, minacciata da guerre ed incursioni, e avamposti militari. Il borgo fortificato era retto da una famiglia cavalleresca di origine longobarda, i Sompnino, meno noti dei Pagano di Ceprano o i riottosi Ceccano e d’Aquino. I domini de Sompnino sono documentati dalle fonti del XII e XIII secolo, come nel 1248-49 quando Giordano e Giacomo hanno combattuto una violenta “guerra” contro Veroli. Però, all’inizio del XIII secolo anche i Frangipane di Roma si consideravano signori di Sonnino e in un momento imprecisato nel corso del Duecento il castello è passato sotto la diretta autorità della Sede Apostolica.

 

L'11 ottobre 1369 metà del castello venne acquistata per 2000 fiorini da Onorato I Caetani, che ne divenne anche signore. Successivamente il castello fu abitato fino al 1496 dai Caetani d'Aragona, sotto il papato di Alessandro VI divenne possesso di Rodrigo Borgia e alla morte del papa (1503), il feudo passò alla famiglia Colonna, che ne mantennero il dominio quasi ininterrottamente sino al 1816, anno della loro rinuncia ai diritti feudali sul territorio.


Con bolla del 13 gennaio 1596, Papa Clemente VIII erige a principato la terra di Sonnino. Altri signori che vi abitarono per brevi periodi furono i Borgia e i Carafa. Gli ultimi proprietari sono stati gli Antonelli e i Talani. L'antico statuto comunale, risalente al XIII secolo, è conservato nell'archivio di Stato di Roma. Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Sonnino tornò luogo baronale appartenente ai Colonna, ma già nel 1817 divenne podesteria nell'ambito della delegazione di Frosinone, governo distrettuale di Terracina. Dal 1800 al 1825 il territorio sonninese è caratterizzato dalla presenza di bande di briganti.

 

La storia e il mito del capo brigante Antonio Gasbarrone, nativo di Sonnino, rappresentano una caratteristica di un comprensorio che ha espresso una popolazione celebrata nelle cronache e nell'iconografia europea per l'indole ribelle dei suoi abitanti.

 

Nel riparto territoriale del 1827 Sonnino compare come podesteria dipendente da Piperno, mentre in quello del 1831 risulta comunità soggetta ad un commissario straordinario nell'ambito del distretto di Pontecorvo. Rimase fino al 1870 nello Stato Pontificio all'interno della provincia di Campagna e Marittima, al confine col Regno delle due Sicilie. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta con il plebiscito del 2 ottobre 1870, il Comune entrò a far parte della provincia di Roma per passare poi, nel 1934, alla neoistituita provincia di Latina.

 

Attualmente, con una popolazione di 7.585 abitanti, l'abitato si presenta con un notevole centro storico autenticamente medievale circondato da circa 500.000 piante di ulivo. Vanto del paese, infatti, è la produzione di olio e olive di Gaeta. I suoi paesaggi nella zona della "confinazione pontificio napoletana del 1840" sono di incommensurabile bellezza. Agli scorci paesaggistici si uniscono reperti storici che testimoniano la millenaria storia delle "Terre di Confine".