Pisticci (MT) - Basilicata
 

Pisticci sorge nella parte centro-meridionale della provincia di Matera e si estende tra i fiumi Basento, e Cavone. Il territorio è composto da diverse frazioni e borghi, tra le quali Marconia, Pisticci Scalo e Marina di Pisticci.

 

Le colline su cui sorge il centro storico sono situate nella parte ovest, dove il terreno argilloso è caratterizzato da profonde scanalature, i calanchi. Nella parte orientale del territorio, invece, si estende un altopiano che degrada dolcemente verso la pianura metapontina e gli 8 km di costa. Data la sua posizione strategica è denominata il balcone sullo Jonio.

Allo stato attuale una scarsità di fonti non permette di costruire una storia di Pisticci nell'alto feudalesimo. Il feudo di Pisticci nel XVI secolo passò nelle mani di diverse potenti famiglie. Per la ribellione dei Sanseverino il feudo passò al re per qualche anno. Ma il pericolo di un'invasione turca sulle coste ioniche consigliò la Regia Corte a vendere nel 1553 al conte di Seminara Pietro Antonio Spinello tutto il feudo pisticcese. Quattro anni dopo, questi, forse preoccupato da eccessive incombenze che gli procurava il pericolo turco, vendette la terra di Pisticci al barone D'Acquara Pietro Antonio Comite.

Nel 1593 il feudo di Pisticci passò sotto i Cardenas che, come altri signorotti, vivevano per la maggior parte del tempo nella capitale, trascorrendo solo pochi mesi all'anno in terra pisticcese. La terribile peste del 1656 risparmiò Pisticci che, per tale fortuito destino, ospitò la famiglia Cardenas sino al 1657. Con l'abolizione del feudalesimo tutto ciò che apparteneva al feudo dei Cardenas fu venduto all'incanto. Tra il 1810 e il 1815 emersero sulla scena pisticcese famiglie quali i Franchi, i Rogges, i Latronico, i Viggiani, i Minnoia, i Barbalinardo, i D'Ursi, i Gaeta. In un secondo tempo (30/40 anni dopo) altre famiglie raggiunsero l'agiatezza grazie alla scaltrezza con cui riuscirono a riscattare molte terre. Il brigantaggio del periodo 1861-1870 risparmiò Pisticci e sfiorò solamente le campagne del pisticcese. Tra il 1930 ed il 1940 diversi pisticcesi lasciarono il paese per trovare fortuna all'estero soprattutto in America del nord, in Francia e Germania e nei Paesi sudamericani.